Ghiotta di gelato alla vaniglia.

 

Uffa che lagna!
Andrea mi dà una pacca, ridendo mi avvento per ridargliela, corre via e io lo inseguo.

  • Ho una proposta, vediamo se sapremmo sopravvivere in mezzo al deserto.
  • Si, si che bello – Grida il mio entusiasmo.
    L’umore è alle stelle e non può che essere così, circondati da una natura avversa ma maledettamente affascinante. La strada si dimostra più lunga del previsto, forse a causa di qualche nostra incertezza sull’interpretazione delle indicazioni climatiche. Sta di fatto che in un battibaleno sono calate le tenebre e ci troviamo in mezzo al nulla. La strada che ci si presenta davanti è priva di ogni tipo di illuminazione, ma fortunatamente illuminata a sufficienza da un’incredibile luna piena.<br />Inzomma bisogna preparare il pranzo con le scatolette già ammucchiate da qualche parte.
    Ad ogni cosa che mette fuori, Andrea annuncia:
  • Il fornello!
  • La prima pentola!
  • La seconda pentola!
  • E il maggiordomo in scatola non c’è?
    sussurro sottovoce sforzandomi di non ridere.
    Ci ritiriamo nella tenda per dormire.
    Sdraiato sul materassino pneumatico, Andrea sta ad occhi aperti incattivito.
    Spegne il lumino:
    Fuori c’è il cielo stiellato, la luna e il mare. Il mare? Dove cacchio lo vedi il mare?? E’ una striscia di terra battuta strappata al deserto, attraversata da ruscelli e ovviamente priva di ogni forma di illuminazione.
    Senti da qualche parte ci sta il mare, perché l’ho messo io e ora porta via i tuoi piedi che pure olezzano!
    Chiusa nell’oscurità della tenda, sicuramente soffro.
    Un dispiacere inutile perché infliggerglielo?
    Povera me, imprigionata in questo pezzetto di notte.
    Chiusa tra i teli gialli della tenda con le lucertoline che cercano gli insetti e che a loro volta rincorrono le lepri.
    Mi sembra di leggere Topolino: hai presente Paperon de Paperoni che rincorre Paperino che rincorre i nipoti??!!
    Ma scusa che c’entra questo adesso? Possibile che devi sempre andare fuori tema? Uffa, ma tu non hai niente di meglio da fare che continuare a leggermi?
    Vai al mare, che l’estate sta finendo…che è meglio!!!
    E’ la sofferenza peggiore sentirsi privati della libertà più sacrosanta, quella di fare ciò che si desidera.
    Andrea me lo racconta cosa si prova ad essere rinchiusi.
    Non ricordo più se sono addormentata, se sono sogni ad occhi aperti o incubi.
    Ecco perché a volte è tanto triste: vero o falso quello che mi racconta, è come viverlo.
    Vivo ogni ingiustizia del mondo.
    Come comportarmi con i grandi per andare d’accordo?
    Io non lo saprò mai!
    Ma come posso credergli?
    Mi prende uno strano sgomento, sono di fronte ad un mistero che lascia impotenti.
    Andrea che sparisce come un fantasma, un uccello con tanti nidi che non posso scoprire, e racconta storie inverosimili che forse, in qualche modo, le vive davvero.
    Deve intuire quello che penso: mi guarda con lo stesso compatimento di quando mi dice:
  • Tu in fondo non mi credi.
    Si annoia, è logico, non può servirgli nulla di quello che gli dico.
    Come posso rispondergli?
    Con il mio essere rispettosa, sincera, ubbidiente?!
    Il mio è un discorso vero e falso nello stesso tempo.
  • Ti sembra giusto che non me lo mandi?
    chiedo.
    Andrea si riscuote, accende una sigaretta, e alla luce del fiammifero, mi vede ad occhi aperti.
  • Non sono infelice… dico sottovoce.-
    Vuole dirmi qualcosa, ma intuisco quello che pensa
  • Ho sonno, buona notte!
    Dico con un guizzo furbesco negli occhi che mi si chiudono.
    Chissà se intuisce cosa nascondo, ma di fronte alla mia espressione allegramente infantile, sparisce ogni suo pensiero:
    E di nuovo sono sola, io una ragazza come tante, ghiotta di gelato alla vaniglia… forse un pò bugiarda.-